top of page
Immagine del redattoreresethica

Il Contraddittorio e Demagogo Milei Scrive un Nuovo Capitolo della Storia Argentina

Storia Grottesca di un “Politico” Controverso


Javier Milei, neoeletto presidente dell'Argentina, è un ultraliberista di estrema destra, noto anche come sosia televisivo di Mick Jagger ed economista. Paragonato a protagonisti dell'onda populista, incarnata dagli ex presidenti Donald Trump e Bolsonaro, ha promesso in campagna elettorale di debellare l'inflazione – che in Argentina ha raggiunto il 140%, l’abisso finanziario più̀ profondo mai raggiunto dal Paese – nonché́ di ridurre drasticamente l’intervento statale, limitandolo solo a quanto concerne la sicurezza, l’istruzione di base e la giustizia, annunciando tra l’altro l'intenzione di abbattere lo stesso “con una motosega”. Egli ha ottenuto più̀ del 55% dei voti nel ballottaggio della settimana scorsa, superando il suo rivale, l'ex ministro delle finanze di centro sinistra Sergio Massa, che ha raccolto poco più del 44% dei consensi.

Nonostante la sua formazione includa scuole cattoliche e università̀ private, Milei sarebbe cresciuto in un ambiente estremamente violento, guadagnandosi il soprannome di "El loco" (il matto) a scuola, proprio a causa della sua aggressività̀. Laureatosi in economia, Milei ha altresì̀ ricoperto il ruolo di consigliere economico di Antonio Domingo Bussi, generale durante la dittatura militare argentina, accusato di crimini contro l’umanità̀. Tuttavia, Milei guadagnò rapidamente notorietà̀ grazie al suo carattere istrionico e rabbioso tipico di un’opinionista televisivo, motivo per cui venne eletto al Congresso nel 2021. La sua permanenza al Congresso non fu però scandita da un’ordinaria attività̀ legislativa e di dibattito politico, bensì̀ fu caratterizzata da prese di posizioni e atteggiamenti dal sapore prettamente populista. Vicenda emblematica si è verificata quando giunse a regalare il suo stipendio, definendolo come “soldi che la casta politica ha rubato” e additando lo Stato come “un’organizzazione criminale che si finanzia attraverso le tasse prelevate con la forza”.

All’interno del suo scellerato programma politico figurano: la sostituzione della valuta argentina con il dollaro statunitense, la chiusura della Banca centrale, la liberalizzazione del possesso di armi, la privatizzazione delle imprese pubbliche e la cancellazione dell'assistenza sociale, in particolare per quanto riguarda i sussidi temporanei per le cure mediche. Non mancano tuttavia le contraddizioni, dal momento che Milei si oppone strenuamente all’aborto, al femminismo e all’educazione sessuale nelle scuole, per poi difendere il diritto di scelta del sesso, il matrimonio tra persone omosessuali e la legalizzazione delle droghe.


Il Filo Rosso con USA e UE e l’Ammorbidimento di “El Loco


A una sola settimana dall’elezione come nuovo presidente dell'Argentina, il leader del partito “Libertà avanza” ha rivisto e ammorbidito i dettami principali del suo programma politico, con i quali aveva infiammato l’opinione pubblica e scosso parecchie preoccupazioni riguardo al già̀ precario equilibrio economico-istituzionale argentino. Egli, ora orientato verso gli Stati Uniti e l'Unione Europea, afferma appunto di "condividere i valori" di queste nazioni.

Nel corso degli ultimi sette giorni, Milei si è inoltre impegnato a riformulare le sue proposte, cercando alleanze per assicurarsi la governabilità̀ al Congresso, altrimenti non avrebbe i numeri necessari a esercitare il potere politico. Il libertario argentino ha lasciato persino spazio ai candidati del suo principale alleato, l'ex presidente conservatore Mauricio Macri, e ad esponenti di El gringo, il governatore di Cordoba Juan Schiaretti, avversario sconfitto al primo turno.

La scoppiettante campagna elettorale di “El loco”, coacervo di motti populisti e idee al limite dell’utopico – come la liberalizzazione delle armi o la vendita degli organi, o ancora l'idea della dollarizzazione – sembra essere destinata a rimanere la sterile compilazione di velleità̀ di un estremista di retaggio anarchico. Si prevede infatti un’inversione di marcia verso un approccio più̀ “aziendalista”, in linea con l’obiettivo di stabilizzazione al governo, in vista dell’insediamento del 10 dicembre.

Questo cambiamento è ben accolto dalla comunità̀ aziendale del paese, ma in particolare da quelle straniere, oltremodo preoccupate per la grave situazione economica e per un vertiginoso aumento della povertà̀.

Il nuovo governo avrà̀ le fattezze – assicurano dall’interno – di una democrazia liberale. Esso non solo si intrinseca con quel filo rosso valoriale che, a detta dello stesso presidente, unirà̀ l’Argentina agli USA e all’UE, nonché́ ai paesi del Commonwealth, ma non trascurerà̀ nemmeno i rapporti commerciali in materia di politica estera. La ministra degli esteri Diana Mondino assicura infatti che l’Argentina continuerà̀ a lavorare e collaborare con Cina e Brasile, e che tutto si svolgerà̀ entro i criteri di “massima trasparenza”.


Una Minaccia Reale o Solo “Uno dei Tanti”?


La storia dell'outsider che si impone sull'establishment peronista, ossia il movimento politico fondato nella prima metà del secolo scorso da Juan Domingo Peron, ritenuto da quelle parti alla stregua di un vero e proprio pater patriae che ha plasmato il tessuto culturale argentino, rappresenta una presa di posizione forte, una risposta sociale che rompe con la tradizione e ritrova delle assonanze con quanto già̀ visto negli Stati Uniti con l’ormai ex presidente repubblicano degli Stati Uniti Donald Trump (già pronto per le imminenti elezioni presidenziali del 2024). Non solo l’eccentrica capigliatura di Milei – come si può̀ ben prevedere – darà adito, insieme all’immagine della roboante motosega al comizio di Olavarrìa, a riprese caricaturali, ma ciò̀ che accomuna più̀ di qualsiasi altra cosa i due è l’ossessione verso una visione demagogica della campagna elettorale, e più̀ in generale della politica, che miete consensi al prezzo di un’esagerata semplificazione del dibattito pubblico unita a una sottovalutazione dei dilemmi socioeconomici in atto.

Tra circa venti giorni, Milei farà̀ il suo ingresso ufficiale alla Casa Rosada, la residenza presidenziale argentina, iniziando il suo mandato che si estenderà̀ fino al 2027. Attualmente, l'Argentina affronta gravi problemi economici e finanziari e toccherà̀ proprio a Milei prendere il timone del malconcio e fatiscente vascello argentino per guidarlo in acque più̀ calme, cercando al tempo stesso di non lasciar cadere in mare i 18,4 milioni di argentini che vivono sotto la soglia di povertà̀.

Ad oggi è prematuro fare previsioni sul futuro: “veritas filia temporis est” scriveva il giurista romano Aulo Gellio. Non ci è dato sapere se Javier Milei assumerà̀ le vesti del Caronte che condurrà̀ nell’abisso infernale del default finanziario l’Argentina, oppure se avrà̀ la lungimiranza e la tenacia necessarie per riconsegnare l’ormai smarrita prosperità̀ ad un paese che sembra aver perso anche la bussola della ragione. Ciò̀ che sappiamo è che l'agenda sembra programmata per un ritorno all’America Latina delle politiche di deregolamentazione e dello Stato minimo, e a noi non resta che sperare che lo sbrigliamento del libero mercato non finisca per inglobarsi uno Stato già̀ sferzato ed esanime.


A cura di Gabriele Silva


8 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

The Willow Oil Project

On the 13th March, the Biden administration has given final approval to an Alaska oil project: ConocoPhillips' $8 billion Willow project...

Comments


bottom of page