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Il pagellone etico di #Sanremo2020

Il Festival di Sanremo, fino a quest’anno, era come qualche politico degli anni 2000: nessuno ammetteva di votarlo, ma, alla fine, alle urne prendeva il 99%. Alla domanda “ma tu l’hai visto Sanremo ieri sera?” era tutto un “… no guarda, ho guardato una fantastica retrospettiva sulla pittura del cavolo verza nella regione di Pinsk” oppure “ah perché? È iniziato? No scusa è che io seguo solo i documentari di Marzullo sulla riproduzione del ratto lunare del Borneo” . Come con quel politico, solo uno su tre era sincero.


Quest’anno però, è stato diverso. Quest’anno Sanremo ha probabilmente risvegliato negli italiani un’esigenza di qualcosa di condiviso, una sana riscoperta di un materiale emotivo per troppo tempo frenato. Dopo anni, abbiamo finalmente fatto tutti outing: possediamo tutti quel materiale che Jacques Maritain definiva “umano” proprio perché inscindibile dal nostro essere . Siamo riusciti ad ammettere che il Festival noi lo guardiamo e ci piace pure.


Indi per cui, ecco a voi il pagellone rigorosamente etico del Festival più visto degli ultimi vent’anni:


Voto 10 a Morgan e Bugo:

Semplicemente magia. Uno insulta leggendo da un PowerPoint, l’altro se ne va e quello si chiede “che succede?”come se quell’altro fosse andato a spostare la macchina in doppia fila. Portate la mente al più grande comeback che abbiate mai messo in atto, a quella volta che avete pensato “Oh sì, la prossima volta ci penserà bene”. Ora, chiedetevi se non avreste preferito portare quella persona di fianco a voi proprio a Sanremo e dedicarle tutti i vostri pensieri in mondovisione. Non solo. Immaginate anche che quel testo diventi il più cantato d’Italia e che, vent’anni dopo, ci sarà gente che racconterà ai nipoti che “io c’ero quando”. Genio puro. Essenza d’arte. Intrattenimento. Roba da tradurre in greco e mettere nelle versioni di maturità. E la canzone non era niente male.


Voto 9 ad Achille Lauro:

A proposito di personaggi da versione di maturità, lui ne sembra appena uscito. Ma è talmente indietro, da essere avanti anni luce.[MOU2] Il degno di erede di Renato Zero. Achille viene dal 3000 e se ne frega. I suoi abiti li apprezzano tutti, li capiscono in pochi. Il pezzo o ti travolge o hai più di 50 anni. Il suo ottavo posto finale, dovuto alla giuria, è il più grande endorsement alla democrazia cui abbiamo potuto assistere negli ultimi anni. Credevo non potesse stupire ulteriormente. “Ci son cascato di nuovo”.


Voto 8 ad Amadeus e Fiorello:

Gli capita praticamente di tutto. Ma da novembre eh. Liste trafugate, gaffes, crisi ormonali, televoti spoilerati. Per completare le sette piaghe di Sanremo, mancava solo che qualcuno citofonasse all’Ariston. Eppure, se la cavano come meglio non avrebbero potuto. Semplicità, sorrisi e gentilezza. Nonostante la concorrenza del prime time e, successivamente, di Marzullo e dei porno anni ’80 su Cielo e Tele7Gold, portano a casa lo share più alto degli ultimi 20 anni. Tutto perfetto. Ecco, magari l’anno prossimo si può provare a finire prima dell’alba.


Voto 7 ai Pinguini Tattici Nucleari:

Perché in fondo, prima o poi nella vita, ci sentiamo tutti Ringo Starr. Spaccano ed emulano Lo Stato Sociale arrivando sul podio, ma senza la vecchia che balla, quest’anno sostituita da Rita Pavone. Sono la classica band che, se non la conosci, forse è un po’ più colpa tua, che colpa loro. E io faccio mea culpa. Ho scoperto solo due mesi fa che i pinguini siano meglio delle sardine. Ma non ditelo a Salvini. (In Ligura, perlomeno.)


Voto 6 a Piero Pelù:

“Fallo Piero” disse lo Yin. “Ma non posso. Poi qui, a Sanremo, davanti a tutti” rispose lo Yang. “Ho detto fallo, Piero. Scippa la vecchia!”. In quei secondi, l’eterna lotta tra bene e male deve aver abitato il buon Piero. Bugo voleva fare il cantante di canzoni inglesi, lui voleva fare il ladro. O la matita incancellabile, chissà. Unicuique suum, direbbe Sciascia. La canzone è classic Litfiba, quindi, per il sottoscritto, inascoltabile. Ma se scippi una pensionata a Sanremo, non puoi essere insufficiente.


Voto 5 a Gabbani:

La canzone è bellissima. Lui un gran signore. In tre edizioni di Sanremo, ha collezionato due primi posti ed un secondo posto. Porta pure italiani di seconda generazione sul palco, lanciando forse il miglior messaggio del Festival. Tutto troppo perfetto. Vogliamo un casino anche per lui. Che so, la scimmia che diventa alcolista assieme al gibbone del Crodino, (depresso per la sostituzione con Owen Wilson). Suvvia, diventi umano.


Voto 4 a Christian De Sica:

Sale sul palco alle 2 di notte vestito come Marisa Laurito al decimo Negroni. Inaccettabile. Assurdo. Christian De Sica il Festival lo deve condurre.


Voto 3 a Diletta Leotta:

Che poi, non è nemmeno colpa sua. Cioè, lei ci mette del suo con un’interpretazione da quercia nella recita di Natale. Ma il pasticciaccio lo fa chi invita la nonna. Perché? Una bellissima signora anziana buttata nell’arena dei lupi, con la faccia di chi rimpiange le serate a limonare con l’aerosol. Ed è comunque il picco intellettuale del discorso. Ma nonostante tutto, Diletta, ti amiamo come prima.


Voto 2 al TG1:

Ma puoi andare in onda alle 2:30 di notte? Appena prima della premiazione? Cos’è successo? È scoppiata la WW3? Morgan e Bugo son tornati assieme? Chi è che si sveglia alle 2:30 pensando “oddio, famme vede’ se Pamela Prati s’è sposata”? Per fortuna non parte, dopo sonora protesta in sala. Vertici RAI compresi.


Voto 1 a Riki:

In un mondo di scampi e ostriche, lui è il tonno Asdomarrrr. La canzone era ultima: si è arrabbiato e ha chiesto di non votarlo. La canzone non piaceva: si è arrabbiato e ha dato della checca a uno che gli diceva che la canzone che non piaceva, beh non piaceva nemmeno a lui. Se il Festival fosse durato altri due giorni, avrebbe probabilmente preso a oboate l’orchestra e scippato tutta Sanremo assieme a Piero Pelù. Quando si dice la toppa peggio del Bugo.


Voto 0 a SKYTG24:

Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera. Va bene che era ormai iniziato il Festival del 2021, ma lo spoiler del vincitore è livello piano terra.

Morale di questo Festival? Non tutte le ciambelle escono col Bugo, ma tutti i Bugo escono da Sanremo. Tutti abbiamo un amico Morgan, che ti ruba il telefono e poi ti aiuta a cercarlo, ma abbiamo anche tutti un amico Bugo, che non si accorge che il telefono sparito … era il suo.


Federico Rosa

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