Intorno alla metà del XIX secolo, in Iran fu fondata una nuova religione, chiamata "Bahá'í faith".
I principi di questo credo sono l’unità essenziale di tutte le religioni e dell’umanità, nonché l’esplicito rifiuto delle nozioni di razzismo e nazionalismo. Ci sono solo sette luoghi di culto al mondo, il più famoso si trova a Nuova Delhi ed è stato inaugurato nel 1986: si tratta del tempio del loto. Qui non sono concesse cerimonie per nessuna religione, mentre è riconosciuta la preghiera, o la semplice meditazione. Il tempio del loto è un luogo di ricerca della pace interiore, ideale per chi sta viaggiando e ricerca conforto, rispondendo ad un’esigenza che in fondo tutti noi condividiamo: chi, difatti, non cerca conforto? Forse, è proprio così che nasce la religione: si affidano a qualcuno di superiore domande a cui non si trovano risposte e si ripone nella fede la tranquillità che tutti cerchiamo.
L’origine della parola religione, in latino religio, non è chiara. Ci sono alcune tesi che sostengono che derivi dal verbo relegĕre, che significa “scegliere, cercare con cura”, mentre altre ritengono che il termine derivi da religāre, ossia “legare, unire insieme”. Non c’è incompatibilità tra le diverse tesi, eppure entrambe stridono dinnanzi a ciò che le religioni scatenano da sempre: incomprensioni, guerre e lotte. La fede baha’i apre le porte a tutti nella ricerca filantropica di armonizzare le apparenti diversità tra persone, apparenti perché la stessa fede insegna che “siamo tutti uguali”. L’obiettivo ultimo è un miglioramento per l’umanità.
Nella seconda metà del Novecento anche altri hanno ricercato una sorta di unione pacifica tra diverse religioni.
Nel 1992 in Russia iniziarono i lavori per il “Tempio dell’universo”, un complesso che consiste in una serie di diversi modelli di architettura religiosa, tra cui spiccano una chiesa ortodossa, un minareto, una sinagoga e una pagoda. Diverso dall'esempio indiano, ma con un obiettivo comune. Il centro viene infatti definito quale "centro culturale internazionale di solidarietà", mentre il suo fondatore lo ha anche descritto come un "tempio di cultura e verità".
In Svizzera, invece, la città di Berna dal 2001 dà cittadinanza all’associazione “House of Religions-Dialogue of Cultures”, la quale mira al dialogo fra diverse culture religiose e ha rafforzato il rispetto reciproco tra comunità, permettendo anche una coesistenza più pacifica. L’associazione è anche coinvolta in un processo sociopolitico di integrazione. L’idea di base è che le differenze fra culture e religioni andrebbero viste positivamente e sfruttate per un dialogo culturale. È un dialogo che esplicitamente incarna valori non religiosi, coinvolgendo anche principi illuministici e diritti fondamentali.
Vi sono altri due progetti in costruzione, la Abrahamic Family House, che dovrebbe sorgere ad Abu Dhabi e la House of One di Berlino. Quest’ultima, ha l’obiettivo di una coesistenza pacifica di ebraismo, cristianesimo e islam. Il progetto è stato avviato esclusivamente da tre piccole congregazioni delle rispettive comunità religiose, senza intromissioni di grandi istituzioni.
Il tempio del loto, il tempio dell’universo, l’associazione “House of Religions”, la Abrahamic Family House e la House of One di Berlino sono realtà che stupiscono, in un mondo che storicamente ha sempre convissuto con diversi conflitti per motivi religiosi. Si tratta di esempi singolari di come sia possibile unire in modo pacifico persone con ideologie completamente diverse.
Il tempio del loto si distingue dagli altri in quanto luogo di culto di un’unica fede, ma sostanzialmente gli obiettivi sono comuni poiché la fede baha’i riunisce i principi di tutte le religioni.
In alcune di queste esperienze la cultura echeggia e fa da sfondo (se non da co-protagonista) alla religione. Qualsiasi confessione ha un mondo dentro di sé, pregno di cultura e tanto altro ancora, che va ben oltre la ‘semplice’ fede e, sebbene siamo abituati a percepire la religione attraverso una visione relativa e statica a seconda di quale sia il nostro credo, o non - credo per chi è ateo o agnostico, potremmo guardare oltre e arricchirci, come prefigge l’associazione svizzera.
La coesistenza pacifica tra persone con idee diverse sembra scontata, eppure centri come quelli sopra citati si contano sulle dita di una mano, quando per contare le guerre volte ad ottenere la supremazia di una religione o gli attacchi terroristici spinti da ideali estremisti non ne basterebbero due.
Hannah Arendt, filosofa e politologa tedesca, scrisse “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme” (Eichmann fu un nazista che compì azioni orribili) tentando di dare risposta ad un audace interrogativo: l’uomo può fare del male senza averne l’intenzione? La conclusione del saggio è che non vi era alcun raziocinio dietro le azioni compiute da quest’uomo, ma pura incoscienza: la conoscenza a volte spaventa, perché stravolge il pensiero unico e innesca cambiamenti, ma talvolta l’ignoranza può generare qualcosa di ancora più spaventoso.
Berna è la dimostrazione di come la cultura permetta la convivenza pacifica tra persone con credo differenti. Dante espresse il suo pensiero più profondo al riguardo nel canto dell’Inferno: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Il sommo poeta fiorentino vedeva l’apprendimento come vera ragione dell’esistenza umana, e non possiamo che dargli ragione.
Muovendosi su un piano più spirituale, la fede baha’i pone come proprio principio l’unità dell’umanità e ricorda che siamo tutti uguali: nei propri centri chiunque è accolto mentre solo i sentimenti razzisti sono ripudiati.
Sempre a Berna si ricorda la necessità di solidarietà e integrazione, valori forti e riconosciuti anche nel diritto italiano. Una domanda sorge spontanea: integrazione di chi, se siamo tutti uguali? Tale quesito sembra far luce sulle ragioni di tutti i conflitti religiosi: non è efficace ricordare sulla carta l’uguaglianza e l’integrazione quando non viene impartita una conoscenza approfondita della storia e tradizione altrui che, forse, genererebbe in automatico una coesistenza pacifica. Purtroppo è solo un forse, e non vi possono essere risposte a ogni punto interrogativo che accompagna il viaggio della vita, ma sicuramente progetti di unione tra religioni sono grandi passi verso un’esistenza dove tutti vengono accettati sostanzialmente e non solo formalmente.
Cecilia Brero
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